Dapagliflozin: migliore controllo glicemico nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 trattati con alti dosaggi di Insulina e di antidiabetici orali
I risultati di uno studio di 12 settimane hanno dimostrato che il nuovo farmaco sperimentale Dapagliflozin, un inibitore selettivo di SGLT2 ( cotrasportatore di sodio-glucosio ), permette di ottenere risultati migliori rispetto al placebo in tutte le misurazioni glicemiche esaminate [ livello di emoglobina glicosilata ( HbA1c ), glicemia a digiuno (FPG) e glicemia postprandiale (PPG) ] nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, e trattati con alti dosaggi di Insulina e di antidiabetici orali di uso comune (OAD).
Lo studio ha inoltre mostrato che i pazienti trattati con Dapagliflozin sono andati incontro a un maggior calo di peso rispetto a quelli trattati con il placebo.
Lo studio aveva come obiettivo la valutazione dell’efficacia e della sicurezza di Dapagliflozin nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 non adeguatamente controllato, benché sottoposti a terapia con almeno 50 unità di Insulina U100 al giorno più uno o due antidiabetici orali di base ( almeno 1000 mg di Metformina e/o almeno 30 mg di Pioglitazone o 4 mg di Rosiglitazone ).
Lo studio ha riguardato 71 pazienti affetti di età compresa fra 18 e 75 anni, in cui HbA1c risultava pari al 7.5% o maggiore e pari al 10% o minore. I pazienti sono stati assegnati in modo random a uno di 3 diversi bracci di terapia: Dapagliflozin 10 mg ( n= 24 ), Dapagliflozin 20 mg ( n= 24 ) o placebo ( n= 23 ), somministrato una volta al giorno.
Durante lo studio si sono mantenute le dosi degli antidiabetici orali di base, ma si sono ridotte le dosi iniziali di Insulina del 50% rispetto alla dose di base giornaliera per ciascun paziente, in modo da ridurre il rischio di ipoglicemia.
L’endpoint primario dello studio ha messo a confronto le variazioni di HbA1c medio rispetto al basale per ciascun braccio con Dapagliflozin con quelle del placebo. Gli endpoint secondari comprendevano: proporzione di pazienti che hanno conseguito l’obiettivo raccomandato dall’American Diabetes Association ( ADA ) di un HbA1c inferiore al 7%, proporzione di pazienti che hanno conseguito una diminuzione di HbA1c di almeno lo 0.5% rispetto al basale, e la variazione della glicemia a digiuno rispetto al basale in confronto al placebo. Si sono inoltre valutate le variazioni nel peso corporeo.
Dopo 12 settimane, i pazienti trattati con Dapagliflozin hanno mostrato una diminuzione media aggiustata dell’emoglobina glicata dello 0.61% rispetto al basale con il Dapagliflozin 10 mg e dello 0.69% con il Dapagliflozin 20 mg, rispetto ad un aumento dello 0.09% con placebo.
La percentuale dei pazienti che hanno conseguito un HbA1c inferiore al 7% dopo 12 settimane è stata del 13% con Dapagliflozin 10 mg e del 4.3 percento con Dapagliflozin 20 mg, rispetto al 5.3% con placebo. La percentuale dei pazienti che hanno conseguito una diminuzione di HbA1c rispetto al basale di almeno lo 0.5% è stata del 65.2 percento con Dapagliflozin 10 mg e del 65.2 percento con Dapagliflozin 20 mg, rispetto al 15.8 percento con placebo. La variazione della glicemia a digiuno rispetto al basale dopo 12 settimane è stata +2.4 mg/dL con Dapagliflozin 10 mg e –9.6 mg/dL con Dapagliflozin 20 mg, rispetto a +17.8 mg/dL con placebo.
Gli eventi avveri complessivi nei bracci con Dapagliflozin sono risultati simili a quelli con placebo. Il numero di pazienti con almeno un evento avverso con Dapagliflozin 10 mg, Dapagliflozin 20 mg, e placebo è stato rispettivamente di 18, 16, e 15. Gli eventi avversi più comuni ( maggiori o uguali al 5 percento totale ) con Dapagliflozin 10 mg, 20 mg e placebo sono stati: frequenza urinaria ( pollachiuria ), mal di schiena, nasofaringite, nausea, mal di testa e infezione del tratto respiratorio superiore. Gli eventi avversi di particolare interesse registrati con Dapagliflozin 10 mg, 20 mg e placebo sono stati infezione del tratto urinario e infezione del tratto genitale.
Il numero di eventi ipoglicemici è stato di 7 con Dapagliflozin 10 mg, 6 con Dapagliflozin 20 mg, e 3 con placebo. Non si sono verificati casi gravi di ipoglicemia ( sintomi neurologici di ipoglicemia quali stato confusionale, glicemia capillare inferiore o pari a 54 mg/dL e necessità di trattamento esterno ).
Lo studio ha inoltre valutato l’impatto potenziale della glicosuria indotta da Dapagliflozin sulla perdita di peso nella popolazione di pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2. Complessivamente, si è verificata una maggiore perdita di peso nei gruppi trattati con Dapagliflozin: 4.51 kg con Dapagliflozin 10 mg e 4.3 kg con Dapagliflozin 20 mg, rispetto a 1.88 kg con placebo. ( Xagena2009 )
Fonte: American Diabetes Association ( ADA ) – Meeting, 2009
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